domenica 30 dicembre 2012

Auguri scomodi...

    Pubblico un discorso molto bello, forte e provocatorio di un grande testimone dei nostri tempi: D. Tonino Bello.
Mi scuso se è un po' lungo (non è abitudine di questo blog pubblicare testi lunghi), ma vale veramente la pena di leggerlo.



Auguri scomodi

    "Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non posso infatti sopportare l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.
Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!

      Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
      Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità ad uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
      Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

      Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini o il bidone della spazzatura o l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
      Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne,
disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

      Gli angeli che annunciano la pace portino guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio per fame.

      I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità  e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
Che il numero 167 non è la cifra di matricola data ai condannati dal sistema.
Che i ricorsi a tutti i TAR della terra sono inammissibili quando a farne le spese sono i diritti sacrosanti di chi non conta mai niente. Che i poveri hanno sempre ragione anche quando hanno torto.

      I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutando l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.
E vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri che poi è l’unico modo per morire ricchi.

      Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
      Buon Natale!"

(Don Tonino Bello, Auguri Scomodi, [riportato integralmente])

Nota: Non conosco in quale occasione D. Tonino Bello abbia pronunciato questo discorso, né se esista una pubblicazione ufficiale di questo testo (in internet il testo si trova facilmente, ma nessuno di quelli che ho trovato riporta una fonte esplicita).
In ogni caso esiste la registrazione audio di questo discorso che si può ascoltare qui:




domenica 2 dicembre 2012

Abbiamo sfrattato Gesù...

Abbiamo sfrattato Gesù dal Natale...
Facciamo festa, ma non sappiamo bene che cosa festeggiamo...
Anche quest'anno possiamo partecipare a una piccola-grande iniziativa
per riportare al centro della festa il Festeggiato!!
Se la diffondiamo può diventare una azione di massa!





martedì 27 novembre 2012

Liberiamo la domenica!

Putroppo ho saputo in ritardo di questa raccolta firme, ma pubblicizzo lo stesso questa iniziativa perché mi sembra importante riflettere sui valori che ci stanno dietro...


Raccolta firme per dire no 
al lavoro nei giorni di festa

      ​Restituire la domenica alle famiglie.
Questo l’obiettivo della raccolta firme promossa da Confesercenti e Federstrade, e appoggiata della Conferenza episcopale italiana.
L’iniziativa «Libera la domenica» mira ad abolire la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali, introdotta dal decreto Salva Italia.
       Perché
il lavoro di domenica, come ha ricordato l’arcivescovo di Campobasso-Boiano Giancarlo Bregantini (che presiede la Commissione Cei per i problemi sociali, la giustizia e la pace), 

«si traduce nella triste domanda di tanti bambini: 
mamma, ma neanche oggi stai con me?»

Leggi tutto sul --> sito di "Avvenire"

(Lucia Bellaspiga, "Raccolta firme per dire no al lavoro nei giorni di festa" - quotidiano Avvenire del 24 novembre 2012,
in internet: http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/domani-libera-la-domenica.aspx)

venerdì 16 novembre 2012

La Chiesa è differente


La   Chiesa
     ha delle strutture come le altre società;
     in essa vi sono leggi e dottrine come in ogni società;

     c'è ordine, disciplina e morale, come in ogni società.
Però essa 
     è differente dalle altre società
     per via dello Spirito che la anima.
[...]

Da fuori nessuno vede e può distinguere. [...]

Soltanto
la fede conosce e scopre 
nelle fragili - e non raramente contraddittorie
apparenze esteriori 
un segreto intimo e divino: 
     la presenza del Signore Risorto.

(Leonardo Boff, I sacramenti della vita, 3° Ed., Borla, Roma, 1985, p.59)


Cristo è «il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia Lui ad avere il primato su tutte le cose».
(Cfr. Colossesi 1,18)


«...se dovessi tardare, 
voglio che tu sappia come comportarti
nella casa di Dio,
che è la 
Chiesa del Dio vivente,
colonna e sostegno della verità».
(1Timoteo 3,15)

giovedì 18 ottobre 2012

Non sappiamo più leggere...

I cieli narrano la gloria di Dio, ...
peccato che noi non sappiamo più leggere...!!!


«I cieli narrano la gloria di Dio,
l'opera delle sue mani annuncia il firmamento».
(Salmo 19, 2)


    Potremmo dire che ogni creatura è una parola di Dio. [...]

    Ma può accadere un evento strano.
    Può accadere come a colui che leggeva una lettera,
con il microscopio; arrivava a scoprire
     la pressione della penna in ogni punto di ogni parola,
     la qualità dell'inchiostro e l'assorbimento della carta,
     il tempo della scrittura,
     le interruzioni, gli errori:

ma se gli si domandava che cosa c'era scritto e che cosa significava, 
non lo sapeva. Povero uomo!!!


    Questo è il rischio della scienza moderna;
analizza ogni particolare,
penetra abbastanza nei meandri segreti del cosmo,
ma non ne comprende una parola,
non ne trae un senso.

    Non ci dobbiamo perciò meravigliare se alcuni uomini, che passano anche per grandi scienziati, abbiano dedicato la loro vita a studiare la natura e le sue meraviglie e non si siano mai accorti che era meravigliosa.
Non sapevano, non sanno leggere: sanno solo analizzare.

    San Francesco non sapeva forse analizzare, non sapeva cosa fossero i quanti di luce e lo spettro delle «stellae novae», 
ma sapeva leggere e ce lo ha insegnato.

(Enrico Medi, Cantico di frate sole - Commento di Enrico Medi, Editrice Elle Di Ci, 1986, [p. 14-p.34)



«...Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo 
è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi...»
(Matteo 13, 14-15)


sabato 13 ottobre 2012

Al di là di ogni desiderio

    Un'altra piccola perla dalla liturgia che può essere usata nelle nostre preghiere personali, come preghiera conclusiva.
Troppo spesso siamo distratti e ci perdiamo la bellezza e la ricchezza di queste preghiere...


    «O Diofonte di ogni bene, 
che esaudisci le preghiere del tuo popolo 
al di là di ogni desiderio 
     e di ogni merito

effondi su di noi la tua misericordia: 
perdona ciò che la coscienza teme 
e aggiungi ciò che la preghiera 
     non osa sperare. 

Per il nostro Signore Gesù Cristo Tuo Figlio che è Dio
e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli».

(Messale Romano
Orazione Colletta della XXVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B)


«A colui che in tutto
ha potere di fare 
molto più
di quanto possiamo domandare o pensare
,
secondo la potenza che opera in noi,

a Lui la gloria
nella Chiesa e in Cristo Gesù
per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen».

giovedì 4 ottobre 2012

Spogliati della tua tristezza!

S. Francesco in preghiera
fra Alberto B - Acquerello, 2011


     È necessario tornare alla preghiera,
fonte da cui scaturisce la
gioia dell’incontro con il Signore

fuoco contro il freddo dell’indifferenza,
     della demotivazione e della tristezza.  [...]

Come per Francesco, anche per noi l’esperienza di Dio deve essere
la prima fonte di gioia
[...]

      L’umanità ha bisogno di una vita cristiana e francescana che sia trasparenza di Cristo e che si manifesti nella donazione totale, gioiosaappassionata
Questa sarà una grande proposta vocazionale
Siamo missionari più per ciò che siamo che per ciò che facciamo o diciamo

(Fr. José Rodrìguez Carballo, Sollemnitas nativitatis Domini nostri Jesu Christi 2011 - Lettera del Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori in occasione del Natale 2011)

«Deponi, o Gerusalemme,
la veste del lutto e dell'afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloria»
(Baruc 5,1)

mercoledì 26 settembre 2012

La lotta si fa dentro



"Le grandi penitenze si fanno nei primi fervori,
poi col tempo l'anima approfitta di più nella perfezione dell'interno e delle virtù principali.
Io ho fatto penitenze come un sant'Antonio abate, ma ora capisco che sono migliori gli atti interni.
Non c'è paragone tra il combattere internamente ed esternamente.

L'interno è quello che conta".

(S. Giuseppe da Copertino,
citazione in: Gustavo Parisciani, San Giuseppe da Copertino, Osimo (AN) - Basilica Santuario di S. Giuseppe da Copertino, 2001, p. 105, [Edizione fuori commercio] - 
Purtroppo non ho la citazione diretta alla fonte (scritti, epistole, ...?), se qualcuno la conosce e me lo può indicare, gliene sarò grato! )

mercoledì 5 settembre 2012

Tu lo riconoscerai?


 Ecce Homo (Particolare), 1871 
Antonio Ciseri 

E' in gioco il nostro destino eterno

    Gesù ci esorta a vivere con coerenza la nostra fede in lui, poiché dall’atteggiamento che avremo assunto nei Suoi confronti durante la nostra esistenza terrena, dipende il nostro eterno destino.
Se lo avremo riconosciuto – Egli dice – davanti agli uomini, gli daremo motivo di riconoscerci davanti al Padre suo; se, al contrario, lo avremo rinnegato davanti agli uomini, ci rinnegherà anche lui davanti al Padre. [...]

      Gesù richiama il premio o il castigo, che ci attendono dopo questa vita, perché ci ama.
Egli sa, come dice un Padre della Chiesa, che a volte il timore di una punizione è più efficace di una bella promessa. Per questo alimenta in noi la speranza della felicità senza fine e nello stesso tempo, pur di salvarci, suscita in noi il timore della condanna.

      Quel che gli interessa è che arriviamo a vivere per sempre con Dio.
E’, del resto, l’unica cosa che conta; è il fine per cui siamo stati chiamati all’esistenza: solo con lui, infatti, raggiungeremo la completa realizzazione di noi stessi, l’appagamento pieno di tutte le nostre aspirazioni [...]

Gesù, al termine del nostro cammino terreno, non farà altro dunque che confermare, davanti al Padre, la scelta operata da ciascuno sulla terra, con tutte le sue conseguenze. E, con il riferimento all’ultimo giudizio, Egli ci mostra tutta l’importanza e la serietà della decisione che noi prendiamo quaggiù: è in gioco, infatti, la nostra eternità. [...]

      Decidiamoci allora a riconoscerlo
davanti agli uomini con semplicità e franchezza.
Vinciamo il rispetto umano. Usciamo dalla mediocrità e dal compromesso, che svuotano di autenticità la nostra vita anche come cristiani. [...]
Diamo questa testimonianza anzitutto col nostro comportamento: con l’onestà della vita, con la purezza dei costumi, col distacco dal denaro, con la partecipazione alle gioie e sofferenze altrui.
Diamola in modo particolare con il nostro reciproco amore, la nostra unità, in modo che la pace e la gioia pura, promesse da Gesù a chi gli è unito, ci inondino l’animo fin da quaggiù e trabocchino sugli altri.

      E a chiunque ci chiederà perché ci si comporta così, perché si è così sereni, pur in un mondo tanto travagliato, rispondiamo pure, con umiltà e sincerità, quelle parole che lo Spirito Santo ci suggerirà, dando così testimonianza a Cristo anche con la parola, anche sul piano delle idee.

(Chiara Lubich, Parola di vita - agosto 2012
pubblicato per intero sulla rivista "Città Nuova" - 1984/12, pp. 10-11,
in internet: 
http://www.focolare.org/it/news/2012/08/01/agosto-2012/,
[Grassetti, corsivi e colori aggiunti da me])


«Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, 
anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 
chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, 
anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli»
(Vangelo di Matteo 10, 32-33)

martedì 12 giugno 2012

Siate accoglienti, fatevi festa!


    «
Siate accoglienti, fatevi festa quando vi vedete. [...]

    Mi si dice: "Tu fai festa a tutti!". 

Ma non posso non far festa a tutti perché ognuno è un'originalità e una meraviglia di Dio senza fine.
Ogni persona è una parola irripetibile di Dio,
è una originalità che non si ripeterà mai più.


    Vorrei che tra di noi ci fosse sempre lo stesso atteggiamento di Gesù, e che potessimo dire:
"Guarda come si vogliono bene, sono pronti a dare la vita l'uno per l'altro"».


(Don Oreste Benzi, Pane quotidiano - Le letture di ogni giorno con le meditazioni di Don Oreste Benzi - Maggio-giugno 2012, commento a 1Pt 1, 18-25 [mercoledì dell'VIII settimana del Tempo Ordinario], Ed. SEMPRE Comunicazione, Legnago (VR), 2012, p. 141)


«Dopo aver purificato le vostre anime
con l'obbedienza alla verità
per amarvi sinceramente come fratelli,
amatevi intensamente,
di vero cuore, gli uni gli altri
»
(1Pietro 1, 22)

mercoledì 23 maggio 2012

In Maria Dio fece se stesso!

Visto che siamo nel mese di maggio, pubblico un brano da un discorso su Maria scritto da S. Aelredo abate.


     
"Ella dunque, che è madre di Cristo, [...]   è per noi più madre della madre nostra secondo la carne.  [...] 

       Dice la Scrittura: «
Lodate il Signore nei suoi santi» (Sal 150, 1)
Se Nostro Signore si deve lodare per quei santi per mezzo dei quali opera miracoli e prodigi, quanto più è da lodare in colei nella quale fece se stesso, che è mirabile su tutte le cose mirabili"

(S. Aelredo - abate, dai
«Discorsi» - Discorso n. 20 "Per la Natività di Maria", 
Patrologia Latina 195, 322-324,
Ufficio delle letture del Comune della Beata Vergine Maria - II lettura)



«Allora Maria disse:
"L'anima mia magnifica il Signore 
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, [...] 
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente 
e Santo è il suo nome 
(Vangelo secondo Luca 1,46-47.49)

martedì 1 maggio 2012

Parole che disseccano e parole che illuminano...




Teresa di Lisieux in una lettera del 9 maggio 1897 scrive:

«Qualche volta, 
    quando leggo certi trattati spirituali...
    il mio povero piccolo spirito 
    non tarda a stancarsi

Chiudo il libro dei sapienti

    che manda in pezzi la mia testa 
    e dissecca il mio cuore
    e prendo in mano la Sacra Scrittura

Allora
tutto mi diventa luminoso

    una sola parola dischiude all’anima mia orizzonti infiniti 
    e la perfezione mi sembra facile».

(S. Teresa di Lisieux, Scritti - Lettera 202, 
Postulazione generale dei Carmelitani Scalzi, Roma 1967, p. 734)

sabato 7 aprile 2012

Dalle Sue piaghe siamo guariti

Cristo alla colonna, 2010
fra Alberto B.matita e acquerello

        «Cristo patì per voi,
        lasciandovi un esempio,
        perché ne seguiate le orme:

         Egli non commise peccato
        e non si trovò inganno sulla sua bocca;
        insultato, non rispondeva con insulti,
        maltrattato, non minacciava vendetta,
        ma si affidava a Colui che giudica con giustizia.

         Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
        sul legno della croce,
        perché, non vivendo più per il peccato,
        vivessimo per la giustizia;
        dalle Sue piaghe siete stati guariti».

    
    (1 lettera di Pietro 2, 21-24)

sabato 17 marzo 2012

Non c'è vittoria senza lotta

      Ecco una riflessione sulle tentazioni che può esserci utile in questo tempo di Quaresima...

«E subito lo Spirito Lo sospinse nel deserto
e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana.
Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano».
(Marco 1, 12-13)


Ivan Kramskoy, Cristo nel deserto ("Christ in the Wilderness"),
Olio su tela (210 x 180 cm), 1872, Mosca - Galleria statale di Tret'jakov

Tentazioni 

      
La nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione.
      Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato,
né può essere coronato senza aver vinto,
né può vincere senza combattere
;
ma il combattimento suppone un nemico, una prova. 
[...]

      Se siamo stati tentati in Lui, sarà proprio in Lui che vinceremo il diavolo[...]
Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo;
ma, se non si fosse lasciato tentare,
non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato
».

(Sant'Agostino - vescovo di Ippona, Commento sui salmi - Commento al salmo 60, 2-3, 
[Corpus Christianorum Latinorum 39, 766 , Edizioni Brepols, Turnhout (Belgio)]
Ufficio delle letture della I Domenica di Quaresima,  
Una traduzione leggermente diversa è reperibile in internet >> qui)


«Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».
Oracolo del Signore».
(Geremia 1, 19)

venerdì 16 marzo 2012

Il vero forte è chi sa dominarsi

Una goccia di sapienza biblica:

«È meglio la pazienza
          che la forza di un eroe,

chi domina se stesso
           vale più di chi 
           conquista una città».

(Proverbi 16, 32)

martedì 7 febbraio 2012

Api o vespe?

«La conoscenza riempie di orgoglio,
mentre l'amore edifica
». 
(1Corinzi 8, 1b)

     Durante gli studi di Teologia, fr. Bernardino fu colpito da un'espressione di San Bonaventura, rimasta sempre impressa nella sua mente:

        "Voi non dovete fare come molti,
    i quali sebbene abbiano gli splendori della scienza,
    sono privi dell'amore di Dio e della devozione.

        Costoro non fabbricano il favo come le api,
    bensì come le vespe
    che non danno miele".

(Claudio Bratti e Fabio Longo, Padre Bernardino Dal Vago da Portogruaro
Editrice VELAR, Gorle (BG), 2011, p. 13-14)


«1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità,
sarei come bronzo che rimbomba
o come cimbalo che strepita.


2E se avessi il dono della profezia,
se conoscessi tutti i misteri
e avessi tutta la conoscenza,
se possedessi tanta fede da trasportare le montagne,
ma non avessi la carità,
non sarei nulla
».
(1Corinzi 13, 1-2)


venerdì 3 febbraio 2012

Passato, presente e futuro

    Qualche giorno fa è stata la festa di S. Francesco di Sales: una personalità grandissima, che ha molto da dire ai cristiani di oggi; non per niente è stato proclamato Dottore della Chiesa.
Ecco un famoso e illuminante brano, tratto da una lettera scritta per l'inizio del nuovo anno, che ci aiuta a vivere bene il tempo che ci è concesso.



Il mio passato non mi preoccupa più,
        appartiene alla misericordia divina,


il mio futuro non mi preoccupa ancora,
         appartiene alla provvidenza divina


Ciò che mi preoccupa è l'adesso, qui e oggi;
         esso appartiene alla grazia di Dio e
         all'impegno della mia buona volontà.


(Citazione tratta dalla sezione "Francesco di Sales", a cura di Anton Mattes, in
"Grandi mistici. Dal 300 al 1.900", a cura di Gerhard Ruhbach e Josef Sudbrack,
EDB, Bologna, 2003, 2° ed., p. 397)

domenica 29 gennaio 2012

La mente viene prima dell'erudizione...

      Piccolo aneddoto dalla vita di S. Antonio il Grande (detto anche S. Antonio Abate, ...).
E' più importante ragionare in modo sano, che essere eruditi...!!!



S. Antonio incontro S.Paolo eremita

      "Un’altra volta, mentre [S. Antonio] si trovava a una certa distanza dal monte, si recarono da lui dei filosoficome quelli, per schernirlo in quanto non era un uomo di lettere
      Antonio disse loro: «Ditemi, che cosa viene prima, la mente o le lettere e di queste la mente è causa delle lettere o le lettere della mente?».
Essi risposero che la mente viene prima, anzi è la mente che origina le lettere.
      Antonio 
replicò: «Chi dunque ha la mente sana, non ha bisogno di lettere».
Questa risposta stupì non solo 
quei filosofi ma anche gli altri che stavano intorno.
Andarono via, perciò, meravigliati nel vedere 
tanta saggezza in un uomo semplice e senza cultura".
(Sant'Atanasio vescovo di Alessandria, Vita di Antonio, n. 73
in traduzione leggermente diversa si trova su: 
Atanasio di Alessandria, Vita di Antonio, Edizioni Paoline, Milano, 2007, p. 158)

«In quel tempo Gesù disse:
"Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti
e le hai rivelate ai piccoli"». 
(Matteo 11, 25)

mercoledì 11 gennaio 2012

Il vero dialogo interreligioso


     
 «Non posso conoscere l’altro se non conosco me stesso.
Non posso amarlo se non amo me stesso (cfr Mt 22,39).

      La conoscenza, l’approfondimento e la pratica della propria religione sono dunque essenziali al vero dialogo interreligioso
      Questo non può cominciare che con la preghiera personale e sincera di colui che desidera dialogare
Che egli si ritiri nel segreto della sua camera interiore (cfr Mt 6,6) per domandare a Dio la purificazione del ragionamento e la benedizione per il desiderato incontro.
Questa preghiera chiede anche a Dio il dono di vedere nell’altro un fratello da amare, e nella tradizione che egli vive un riflesso della verità che illumina tutti gli uomini (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Dich. Nostra aetate, 2). 


     
 Conviene dunque che ognuno si ponga in verità davanti a Dio e davanti all’altro. Questa verità non esclude, e non è una confusione.
Il dialogo interreligioso mal compreso porta alla confusione o al sincretismoNon è questo il dialogo che si cerca. [...]

      E’ anche bene sapere che non si dialoga per debolezza
ma dialoghiamo perché crediamo in Dio, Creatore e Padre di tutti gli uomini
Dialogare è un modo supplementare di amare Dio ed il prossimo nell’amore della verità (cfr Mt 22,37).

      Avere speranza non significa essere ingenui, ma compiere un atto di fede in Dio, Signore del tempo, Signore anche del nostro futuro[...]

L’odio è una sconfitta
l’indifferenza un vicolo cieco
e il dialogo un’apertura!»

(
Santo Padre Benedetto XVI, Discorso in occasione dell'«Incontro con i membri del governo, i rappresentanti delle istituzioni della repubblica, il corpo diplomatico e i rappresentanti delle principali religioni» durante il Viaggio Apostolico in BeninPalazzo Presidenziale di Cotonou, 19 novembre 2011)