sabato 20 febbraio 2010

Laptev, l’Auschwitz dei lituani

In Lituania, un lager degno di Auschwitz, ma creato dai sovietici....
    "Non avevano nemmeno bisogno del filo spinato, i sovietici, per i loro lager. Bastava il gelo. Alla foce della Lena, sul Mar di Laptev, la temperatura scende fino a decine di gradi sotto lo zero. Impensabile ogni tentativo di fuga. E infatti i lituani deportati rimasero in gran parte là, a morire di fame e di freddo
[...]
    La ragazzina Dalia era una delle cinquecentomila persone – su
tre milioni in tutto – deportate dalla Lituania: verso Laptev, parola che per i lituani ha lo stesso, sinistro potere evocativo che ha Auschwitz per gli ebrei. Dalia, che doveva badare anche alla madre malata e al fratellino [...] subì perfino un processo [...] ad appena quindici anni; [...] Davanti al commissario del popolo, ebbe la forza di sostenere:
«Lei mi vuol dimostrare si legge nei verbali – che i boia di Hitler erano cattivi e invece quelli di Stalin bravi. La verità è che la vittima resta la vittima e il boia resta il boia» ".

(Laptev, l’Auschwitz dei lituani, dal sito di Avvenire, 19 Febbraio 2010)

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